Ci siamo mai chiesti perché si tende a recuperare il peso perduto conseguentemente ad una dieta molto restrittiva? Il segreto è da ricercare all’interno del nostro DNA, precisamente in uno dei geni coinvolti nel nostro metabolismo: il gene del “risparmio”.
Gli stili alimentari attuali sono sempre meno in linea con le informazioni genetiche contenute nelle nostre cellule, le stesse informazioni che ci hanno permesso di sopravvivere a gravi momenti di carestia.
I comportamenti del corpo sono dettati dalle informazioni genetiche
Proprio perché la natura è un giudice corretto ed equo propone dei processi di selezione, atti a garantire la più equilibrata convivenza per gli esseri viventi e ad eliminare specie con caratteri potenzialmente dannosi, che potrebbero minare all’equilibrio della catena trofica. Per questo motivo, a fronte di quanto è stato detto, noi uomini in primis ci troviamo all’interno del grande cerchio della vita, grazie alla selezione naturale che abbiamo subito nel corso dei millenni precedenti. Tra le specie che si sono sviluppate in natura ci sono quelle che presentano migliori adattamenti morfo-strutturali all’ambiente (fenotipo), derivanti dall’informazione genetica racchiusa all’interno del DNA (genotipo). Nel caso dell’uomo la natura ha selezionato positivamente e dunque ha determinato che il gene parsimonioso avesse la meglio sul gene antagonista. La presenza del gene parsimonioso all’interno del nostro genotipo ha permesso che anche durante i lunghi periodi di povertà e carestia, in cui le risorse di cibo scarseggiavano fortemente, il nostro organismo potesse essere reattivo e resistente a questa condizione.
Da un punto di vista macroscopico ciò che accade in presenza del gene parsimonioso o altresì detto ” gene del risparmio ” è un accumulo di sostanze di riserva nei tessuti predisposti a farlo, quindi principalmente: fegato, muscolo scheletrico e tessuto adiposo, all’interno del quale si ha la maggiore disponibilità di collocazione delle riserve accumulate, sottoforma di grasso corporeo. Si nota bene dunque come la capacità di immagazzinamento delle riserve energetiche abbiano favorito la sopravvivenza dell’uomo in una situazione sociale completamente differente da quella che stiamo vivendo attualmente.
… Dalle carenze agli eccessi!!!
Lo stile alimentare attuale, quello scaturito dall’era del benessere economico e del consumismo, sempre più persistente, è completamente in controtendenza con l’impostazione di base del nostro sistema genetico, producendo sempre maggiori casi di malattie del metabolismo quali: obesità, diabete, malattie cardiovascolari, con un aumento esponenziale, specialmente nell’ultimo decennio, e con una prevalenza di casi osservati principalmente nei paesi occidentali, a prova del fatto che è l’eccesso a rompere i perfetti equilibri dinamici che il nostro organismo sarebbe in grado di garantire, se non fossero ignorati i suoi meccanismi. Nel momento in cui assumiamo più cibo rispetto al fabbisogno energetico quotidiano, il nostro corpo trasforma il cibo in eccesso in riserve, che potrebbero servire nei periodi di deficit: questa è una risposta adattativa che il corpo attua per creare dei sistemi di difesa contro le carenze alimentari, che potrebbero essere deleterie per il funzionamento del corpo; visto che tutti i sistemi dell’organismo cooperano per il suo corretto funzionamento e per la sopravvivenza dell’individuo e della specie, il corpo produce una serie di strategie difensive.
Tutte le diete ipocaloriche e restrittive che propongono e garantiscono dei risultati immediati, con perdita di molti chili in poco tempo, non fanno altro che innescare il meccanismo di difesa del corpo, per cui durante il tempo limitato di restrizione calorica, che propone la dieta, l’individuo perderà anche molti chili, ma quando il periodo di tempo previsto terminerà e dunque ci sarà anche un graduale ritorno ad uno stile alimentare più aperto e variegato, entrerà in scena il gene del risparmio, il quale provvederà ad immagazzinare tutto ciò che il corpo immetterà, per evitare che la vita dell’individuo possa essere messa a repentaglio da altri periodi di ristrettezza.
La percezione del pericolo per la sopravvivenza dell’individuo da parte di questo particolare gene, fa sì che la mole di peso perso in modo immediato venga riacquistato con tanto di interessi. Lo stile alimentare più corretto risulta invece quello in cui si ha un’alimentazione variata ed equilibrata, che limiti gli eccessi e riduca i cosiddetti ” cibi spazzatura “, che saturano il corpo di tossine, andando ad amplificare l’accumulo di peso corporeo e non una ristrettezza smisurata e senza reale fondamento.
Bisognerebbe diffidare sempre dalle diete che propongono risultati ottimali e immediati e soprattutto non intraprendere regimi dietetici fai-da-te, se non si è prima consultato uno specialista competente, che presti la giusta attenzione al caso, con anamnesi, con esami ematochimici mirati ad eventuali problematiche che potrebbero esserci o che potrebbero insorgere e con tecniche diagnostiche per la valutazione dei parametri corporei.
Per avere buoni risultati non affidatevi ai passaparola poco produttivi, poiché ogni individuo è un caso a sé e come tale deve essere trattato, per cui affidatevi alle competenze mediche e non agli effimeri risultati di regimi dietetici poco consoni alle richieste dell’organismo.
Vi è mai capitato di intraprendere una dieta fai-da-te? Se così fosse che risultati avete ottenuto?