Digestione difficile e tachicardia: sintomi, cause e rimedi naturali

Dolori addominali, gonfiori, conato di vomito e disturbi generali dell’apparato gastrointestinale si presentano nella fase postprandiale, provocando malesseri diffusi anche in altre regioni del corpo come cefalea o tachicardia? Possiamo esaminare insieme dei casi che ci permetteranno di comprendere il filo conduttore che lega la digestione difficile e la tachicardia e il particolare legame che unisce in maniera veramente ineccepibile i sistemi che costituiscono l’organismo umano. Vi starete chiedendo infatti come un problema digestivo possa influenzare l’apparato cardiovascolare: la risposta è semplice e ci fornisce informazioni relative a precisi disturbi che si presentano in una buona dose di popolazione, specificatamente dopo l’assunzione dei pasti.

Quali possono essere le cause dei problemi digestivi?

Le difficoltà digestive possono essere indotte da vari fattori che non necessariamente rimandano ad una sfera prettamente patologica. Alcuni esempi di cause scatenanti disturbi di cattiva digestione sono legati ad esempio alla quantità di cibo ingerita: se è eccessivo è normale che lo stomaco e il fegato fatichino molto di più per poter metabolizzare il cibo introdotto. I pasti unici ed abbondanti sviluppano delle disfunzioni digestive, perché non assumendo cibo per un’intera giornata il sistema metabolico appare rallentato ed effettuare un pasto abbondante ed unico potrebbe soltanto affaticare ulteriormente l’apparato digerente. E’ bene dunque mantenere un atteggiamento costante non solo nella quantità di cibo assunto, bensì anche nella distribuzione dei pasti nell’arco della giornata, fornendo all’organismo le calorie necessarie nei 3 pasti principali (colazione, pranzo e cena) con l’aggiunta di due spuntini. I soggetti con difficoltà digestive è importante che evitino cibi troppo ricchi ed elaborati: zuccheri raffinati, carne e pesce grassi, fritture continue e dolci con creme ad esempio, ma anche spezie come il peperoncino che non sembrano idonee, perché aumentano i processi flogistici. L’aglio e la cipolla hanno un potere miorilassante, che interviene nel rallentamento della chiusura dello sfintere gastro-esofageo, provocando reflusso. Anche alcuni ortaggi come quelli appartenenti alla famiglia delle Crucifere, ad esempio: cavoli, broccoli, rape, cavoletti di Bruxelles inducono gonfiore addominale e lo stesso effetto a volte viene provocato dall’assunzione di legumi, quando il microbiota intestinale non è corredato di quelle specie batteriche che favoriscono la loro completa digestione. L’alcool allunga i tempi di digestione degli alimenti, provocando disturbi addominali e sensazione di gonfiore e pesantezza. In concomitanza all’abuso di alcool, anche il fumo di sigaretta non è un alleato per coloro che soffrono di digestione difficile e tachicardia, in quanto a livello addominale implica ipersecrezione acida e a livello cardiovascolare irrigidimento dei vasi sanguigni. Tra le altre cause anche l’abuso di farmaci, quali cortisonici e antibiotici, inibisce il corretto funzionamento del distretto gastrointestinale, intaccando la quantità e la qualità dei batteri buoni dell’intestino. Fattori endogeni, legati alla sfera neuro-psico-somatica sono in aumento per quanto riguarda l’effetto che inducono, producendo digestione difficile e tachicardia, poiché stress, ansia e depressione convergono nel rallentamento delle funzioni digestive. Fattori patologici associati invece al disturbo dell’apparato digerente possono essere anche intolleranze alimentari, le quali indeboliscono il sistema a seguito dell’accumulo di tossine nell’organismo; le due principali cause di intolleranze legate a disturbi della digestione sono: la celiachia e l’intolleranza al lattosio. Infine è importante sottolineare le buone norme da considerare durante l’assunzione di cibo, che sembreranno banali, ma fanno davvero la differenza; durante il pasto è necessario che il cibo venga assunto gradualmente, evitando di ingurgitare grandi quantità di alimenti in poco tempo: questa buona abitudine ci permetterà di assumere il quantitativo giusto di cibo senza fare grandi abbuffate, grazie al sistematico intervento della grelina. Oltre a ciò, masticare bene il cibo e non frettolosamente accorcia il lavoro di digestione a carico dello stomaco: digerire alimenti altamente sminuzzati è molto più facile e richiede meno tempo rispetto agli alimenti parzialmente masticati ed inoltre si evita di introdurre aria in eccesso.

Ma qual è la correlazione tra digestione difficile e tachicardia?  Abbiamo visto in linea generale quali fattori possono influenzare la normale e fisiologica funzionalità gastrica, ma sembra che i disturbi arrecati da un’alimentazione non consona, che non rispecchia i criteri di normalità, possano determinare disturbi secondari come la tachicardia.

La tachicardia è un disturbo non sempre patologico, rappresentato da un aumento del normale battito cardiaco (>100 battiti al minuto). Sembra che dopo un pasto eccessivo molte persone si lamentino di percepire questo fastidio; questo tipo di tachicardia però non deve allarmarci, proiettandoci a pensare immediatamente ad un principio di infarto, perché l’evento in sé risulta fisiologico nei limiti della situazione sopraindicata. Nel momento in cui il distretto gastrico deve catabolizzare una quantità di cibo superiore alla norma, necessita di una maggiore quantità di sangue, per tale motivo il cuore deve aumentare la sua attività di pompa, quasi come se stesse effettuando un’attività fisica e innalza perciò la sua frequenza di battiti. Con ciò si spiega la correlazione diretta tra digestione difficile e tachicardia.

Qualche consiglio utile per ridurre i sintomi

Esistono dei rimedi per evitare difficoltà digestive e conseguentemente anche tachicardia. In primis è buona norma effettuare un’alimentazione che sia consona alle aspettative del nostro organismo; il consiglio è di mangiare regolare, variato e senza eccessi, evitando “cibi spazzatura” che contengono conservanti, edulcoranti e che subiscono molti processi di raffinazione. Evitare anche i cibi troppo acidi o vegetali e frutta che provocano gonfiore e fermentazione. E’ consigliabile non assumere eccessive quantità di acqua durante i pasti, per evitare di creare dei disequilibri al PH gastrico fisiologico, fondamentalmente importante al fine di garantire una corretta digestione.

Esistono poi rimedi naturali che inducono effetti benefici sulla funzionalità gastrica. Ad esempio sono facilmente reperibili delle tisane digestive a base di finocchio, menta, liquirizia, anice e salvia, che incentivano lo stomaco a compiere il lavoro metabolico con maggiore efficacia funzionale. Altri rimedi fitoterapici sono: il biancospino e la passiflora, facili da reperire in erboristeria.  Lo zenzero è un ottimo rimedio utilizzato tra le altre cose anche per chi soffre di digestione difficile, pertanto sistemerà anche il disturbo di tachicardia correlata ai problemi gastrici. Ma ancora i carciofi o vegetali amari come gli asparagi e la cicoria migliorano la funzionalità degli organi digestivi.

Oltre alle buone norme alimentari e ai rimedi naturali, da non sottovalutare sono anche le tecniche di rilassamento come il training autogeno e lo yoga, al fine di scaricare le tensioni che indirettamente poi si ripercuotono sulla funzionalità gastrica.

Conoscevate la particolare correlazione tra digestione difficile e tachicardia? Ne avete mai sofferto?

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *