L’anemia perniciosa: cos’è e come trattarla!

Questa particolare patologia è un disturbo che per fortuna nella quotidianità moderna è andato scemando sempre più ed infatti, spesso si disconosce la presenza di un tipo di anemia determinato da carenza vitaminica.

Carenza di vitamine o assenza e/o malfunzionamento di fattori proteici

L’anemia perniciosa è una patologia che risente di vari fattori, che ne possono determinare le cause, perciò potrebbe essere considerata come multifattoriale, nella categoria delle malattie indotte da carenze alimentari, ma anche nella categoria delle patologie autoimmuni. Fondamentalmente l’elemento principale intorno al quale ruota lo sviluppo dell’anemia perniciosa è la vitamina B12 o cobalamina, importante nel processo di sintesi degli eritrociti, la quale viene introdotta all’interno dell’organismo tramite l’assunzione di alimenti che la contengono e all’interno dello stesso viene utilizzata nelle vie metaboliche di interesse ed immagazzinata in minima parte a livello epatico; anche quantità ridotte di vitamina B12, nell’ordine dei mg, possono garantire il mantenimento del funzionamento corretto delle vie metaboliche e contribuire al fabbisogno della vitamina anche per qualche anno.

Un tempo, l’impossibilità di assumere alimenti contenenti la vitamina B12 induceva con molta frequenza l’insorgenza della patologia, spesso nelle fasce meno abbienti della popolazione, determinando così malesseri molto ricorrenti in una buona porzione di individui.

L’anemia perniciosa è un’anemia megaloblastica, vale a dire che i disturbi sono legati alla categoria di cellule del sangue che prendono il nome di eritrociti o globuli rossi. Quando la malattia si evidenzia con sintomi ben precisi, gli eritrociti subiscono una riduzione del loro numero consueto, valutato da parametri standard, la loro emivita si riduce notevolmente e accrescono di contro il loro volume, per compensare le perdite, ma tale strategia fa sì che rimangano comunque insufficienti.

Oltre ad una carente assunzione di vitamina B12 le cause che determinano l’anemia perniciosa possono anche essere legate a malfunzionamento o alla completa assenza del fattore intrinseco, ovvero una proteina che ha il compito di captare la vitamina assunta, legarla e favorire l’assorbimento della stessa. L’assorbimento della vitamina B12 avviene a livello della porzione di intestino chiamata ileo, ma i fattori che possono creare intralcio alla normale assimilazione della vitamina intervengono spesso in vie superiori e cioè a livello gastrico. Visto che il fattore intrinseco viene prodotto e secreto dalle cellule parietali dello stomaco, un danneggiamento di tipo autoimmunitario di tali cellule o infezioni da parassiti o da batteri che infestano questo tratto possono determinare una riduzione della produzione del fattore e conseguentemente implicare una riduzione in modo indiretto dell’assorbimento di vitamina. Al di là delle cause fisiologiche che possono ostacolare il corretto iter metabolico della vitamina B12, anche interventi chirurgici mirati alla riduzione del compartimento gastrico, come il bypass che viene effettuato in soggetti gravemente obesi, possono favorire lo sviluppo di questa patologia. In aggiunta, la malattia potrebbe essere innescata secondariamente ad altre patologie da malassorbimento intestinale come: il morbo di Crohn e la celiachia.

Quali sono i sintomi che la contraddistinguono?

I sintomi che permettono di diagnosticare l’anemia perniciosa, oltre la presenza di eritrociti ridotti in numero e con un volume maggiore rispetto allo standard, sono dei parametri ematici come l’ipocloridria ( riduzione della quantità di cloro ); l’ittero ( colorazione giallastra della cute ) determinato da aumento di bilirubina ematica, indotta da un maggiore catabolismo di eritrociti; disturbi neuronali quali: deficit di memoria, irritabilità, cefalea, ma anche riduzione della percezione del dolore e lievi intorpidimenti delle estremità; si ha anche un’alterata percezione dei sapori, a causa di mutazioni istologiche visibili sulla lingua.

Una delle migliori considerazioni che possiamo trarre come rimedio per la cura di questo tipo di anemia è l’assunzione di buone quantità giornaliere di vitamina B12. Generalmente nei pazienti affetti da questa patologia la quantità di vitamina necessaria al fabbisogno si sottopone tramite iniezioni intramuscolari o può essere anche somministrata oralmente. Prima che si scoprisse l’origine del disturbo, ai pazienti veniva sottoposta una dieta ricca di fegato di bovino e in effetti si è visto come il deposito della vitamina B12 fosse proprio nell’organo epatico.

Fonti alimentari in cui si trova maggiormente presente la vitamina B12

La vitamina B12 è contenuta principalmente in alimenti di origine animale: le carni in assoluto contengono una biodisponibilità di vitamina non indifferente, specie le carni di pollo e di pecora, ma la sua quantità viene però parzialmente persa dopo la cottura; i prodotti della pesca ( vongole, ostriche, mitili ) e il pesce contengono anch’essi quantità buone di vitamina B12, ma anche le uova ed il latte vaccino. E’ da sottolineare come tutti i nutrienti nei quali è biodisponibile questa vitamina, sono alimenti che non fanno parte del regime alimentare dei vegani, i quali non consumando carne nè prodotti animali come latte e uova, potrebbero essere fortemente a rischio. In compenso però sono stati studiati degli integratori di vitamina B12 ricavati in laboratorio da fermentazione batterica da parte di alcuni ceppi di microrganismi presenti anche nella flora intestinale del nostro organismo. Da ciò si desume inoltre che piccole quantità di vitamina B12 vengano generate autonomamente nel nostro corpo, ma in quantità non sufficiente a coprire il corretto fabbisogno.

Conoscevate l’anemia perniciosa? Avete altri suggerimenti da fornirci al riguardo, frutto magari di esperienze personali?

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