Kit medico di sopravvivenza per chi va in vacanza!

Pronti per le tanto attese vacanze? Preso tutto quello che potrà occorrere durante il periodo da trascorrere fuori casa? Mmmmmm… può darsi che qualcosa ci sia sfuggita! Bisogna mettere in conto che oltre ad abiti, calzature ed altre comodità che allieteranno i nostri giorni in perfetto relax è meglio non sottovalutare qualcosa che ci potrebbe tornare utile in caso di piccole emergenze: un kit medico di sopravvivenza!

Vi sarà capitato senz’altro di trascorrere dei giorni all’aperto in località marine o montane e i piccoli incidenti di percorso che si possono presentare potrebbero avere valenza più o meno cospicua in base al tipo di evento. Considerato che non tutti rispondiamo allo stesso modo ad un potenziale insulto esterno e valutando anche eventuali particolari allergie, dovremmo attrezzarci con un kit medico di sopravvivenza che contenga all’interno l’essenziale per un primo intervento.

Piccoli insetti in alcuni casi temibili!

In primo luogo se ci capita di trascorrere del tempo in mezzo ai campi o nel bosco gli avversari più temibili potrebbero essere proprio gli insetti. Per alcuni soggetti normali le punture degli insetti o di api o vespe potrebbero non avere conseguenze molto gravi, al di là del fastidio, bruciore o gonfiore iniziale, ma per i soggetti sensibili alla sostanza iniettata con il veleno dal pungiglione di api, vespe o calabroni potrebbe essere letale, portando allo shock anafilattico se non si interviene nell’immediato. La sintomatologia più comunemente osservata dopo punture da parte di questi insetti nei soggetti allergici è prurito nella zona di interesse e gonfiore dell’apparato respiratorio: labbra, lingua, laringe, difficoltà respiratorie e broncospasmo che si manifestano  dai 10 ai 15 minuti dopo la puntura. E’ chiaro che in soggetti ipersensibili si ha necessità di intervenire immediatamente con autoiniettori di cortisone e adrenalina, che bloccano a livello sistemico la reazione, ma bisogna anche intervenire nella zona in cui è avvenuta la puntura, cercando di eliminare il pungiglione con delle pinzette, pulire e disinfettare per bene la parte e applicare del ghiaccio in modo che il rossore e il gonfiore si riducano, riducendo anche il dolore. Dopo il primo intervento però è sempre bene recarsi in un pronto soccorso, in vista di una reazione ritardata, che potrebbe avvenire nell’arco delle due ore dalla prima, dovuta al rilascio di leucotrieni.

Oltre ai rimedi medici, nei casi meno gravi e in assenza di medicine per l’occasione si può far riferimento a rimedi naturali; gli antibiotici e disinfettanti naturali per eccellenza sono infatti l’aglio e la cipolla: sembra che tagliarne una fetta e sfregarla sulla parte colpita possa ridurre gli effetti secondari delle punture di insetto.
Ricordate però che queste categorie di insetti pungono soltanto per difesa, di conseguenza non attaccano se non vengono disturbati!

Forse meno pericolose, ma molto fastidiose sono le punture di zanzara, che inevitabilmente incontriamo in ambienti aperti quando le temperature diventano più miti e soprattutto in zone umide, dove proliferano copiosamente. Utili per evitare le punture sono dei rimedi alla citronella o piante di lavanda o ancora piante di basilico sul comodino, per evitare che le fastidiose zanzare comincino a ronzarci intorno durante le ore notturne, disturbando inoltre il nostro sonno. Se subiamo punture di zanzara è bene non irritare ulteriormente la parte  e sciacquarla con acqua fresca.

Incontri indesiderati…

Passando ad altri tipi di insetti con cui si può venire a contatto soprattutto nel fitto della vegetazione ombrosa del bosco si trovano le temute zecche, che appaiono di colore scuro, molto simili a piccoli ragnetti e che prediligono  il clima caldo. Per questo motivo è proprio la stagione estiva che potrebbe esporci maggiormente a questi parassiti, che si attaccano alla nostra pelle, nutrendosi di sangue. La puntura di zecca è molto pericolosa se non viene identificata immediatamente, eliminata e disinfettata in modo opportuno, perchè superate le 48 ore aumenta la possibilità di un eventuale contagio, visto che la zecca è veicolo di patogeni e malattie. Per eliminarla dalle superfici corporee sono necessarie semplici pinzette e nell’eventualità rimanga conficcato il rostro ( parte anteriore ) durante l’estrazione, servirsi di un ago sterile per eliminarlo. E’ chiaro che si necessita poi di un disinfettante da applicare nella porzione della puntura.

Nei sentieri potremmo incorrere anche in serpenti che ci sorprendono in una serena passeggiata, ma cosa fare quando accade che il serpente attacca e morde? Come prima cosa bisogna rimanere quanto più possibili calmi; l’agitazione fa aumentare la frequenza cardiaca e se il serpente ha iniettato una dose di veleno potrebbe essere più pericoloso, in quanto si diffonde più velocemente in tutto il resto del corpo. Per lo stesso motivo si deve cercare di effettuare movimenti lenti e mantenere la zona morsa dal serpente ad un livello inferiore rispetto  a quello del cuore per rallentare la circolazione sanguigna e il ritorno venoso. Inoltre è una buona pratica immobilizzare la parte con delle stecche per evitare il movimento e tagliare i vestiti nelle estreme vicinanze; una volta fatto ciò è importante trattare l’area di interesse con un panno con dell’acqua fresca, mentre si attende il personale di pronto soccorso.

Ma ancora passeggiando all’aria aperta o facendo trekking si possono presentare spiacevoli incidenti che provocano ferite ed escoriazioni. Se dovesse capitare una cosa del genere è importante sapere come intervenire  per disinfettare e ripulire le ferite. La prima cosa da fare in caso di escoriazione  più o meno profonda è cercare di mantenere la zona di interesse sopra il livello del cuore, cosicché ci possa essere minore afflusso sanguigno e quindi minore perdita di sangue, ripulire subito la ferita con acqua ossigenata che disinfetta e uccide i batteri che penetrano in profondità e bloccarla poi con una garza sterile, tenendo premuto circa 10 minuti, per favorire l’emostasi. Utilizzare poi una garza o cerotto adesivo per tenere chiusi i lembi, qualora non ci fosse necessità di punti di sutura e chiudere con una benda per isolare dall’ambiente esterno, veicolo d’infezione. Ci sono dei rimedi casalinghi del tutto pratici che potrebbero venirci in aiuto, come ad esempio lo zucchero o una bustina di the verde o il pepe di Cayenna, che applicati sulle ferite possono produrre effetti emostatici e ridurre le infezioni batteriche. Anche l’applicazione cutanea di miele aiuta nella cicatrizzazione, come l’acqua di cottura di spicchi d’aglio è utile nella disinfezione dell’epidermide lesionata.

… attenzione anche al mare!

Spostiamoci infine dalla terraferma al mare e focalizziamo l’attenzione sulle tanto temute meduse. Cosa fare nel caso in cui siamo vittime dei tentacoli della medusa? Ci sono metodi alternativi che possono giovare e tra tutti quello che risulta migliore è quello di lavare la parte che è venuta a contatto con le sostanze urticanti con l’acqua fresca del mare. In secondo luogo un metodo istantaneo è quello di applicare sulla parte una pietra calda, visto che la sostanza urticante è termolabile e il calore la inattiva, impedendo che questa possa continuare con il suo fastidioso effetto, con comparsa di vescicole pruriginose. Per alleviare il dolore sembra essere utile anche una poltiglia di acqua e bicarbonato, ma attenzione ai falsi miti quali acqua dolce, urina, ammoniaca, aceto o creme al cortisone. Infine un ottimo effetto rinfrescante è dato dal gel all’aloe vera.

Mi sembra che adesso abbiamo proprio tutto, il kit medico di sopravvivenza è completato… Si parteeeeee!!! 🙂

 

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