Questo nome alquanto singolare contraddistingue una pianta che cresce spontanea nelle zone dell’Africa Sud-Occidentale e nell’isola del Madagascar. La caratteristica di questo rimedio naturale, molto utilizzato in ambito fitoterapico per le sue azioni medicamentose, è la presenza di uncini che si strutturano alla base del frutto e che possono essere insidiosi per uomini e animali, che inavvertitamente li calpestano. Le sue proprietà curative sono state individuate sin dall’antichità già dalle popolazioni autoctone, che utilizzavano queste piante per curare dolori articolari o per ridurre la temperatura corporea. Studi scientifici però hanno dimostrato la sua efficacia, garantendo gli effetti positivi dell’artiglio del diavolo sulla salute dell’uomo. Non è il frutto in sè, bensì le radici secondarie a contenere i principi attivi medicamentosi, che intervengono nelle cure di molti disturbi come: dolori ossei e articolari, muscolari, mal di schiena, cervicali, reumatismi e tendiniti; esso ha anche un’importante proprietà antipiretica e digestiva. Sembra infatti che le sostanze in esso contenute siano in grado di stimolare la secrezione di enzimi digestivi e la secrezione di bile, favorendo un miglioramento nelle capacità digestive dell’organismo e migliorando anche lo svuotamento della colecisti, fattore che evita l’insorgenza di calcolosi biliare.
Ovviamente l’utilizzo di rimedi naturali non è indicato per casi gravi di patologie come ad esempio l’artrite reumatoide, poichè il quadro generale di flogosi è molto più accentuato e complesso. In tal caso è bene affidarsi sempre ad un consiglio esperto di uno specialista ed utilizzare i farmaci di sintesi, che sono molto più mirati al problema.
Quali sono i suoi effetti benefici?
Da recenti studi sembra che l’artiglio del diavolo sia efficace anche per altri problemi, oltre quelli già citati; un’altra azione individuata è quella ipocolesterolizzante, indotta da un miglioramento delle funzionalità metaboliche e digestive, stimolate dal suo utilizzo, e il suo impiego sembra essere inoltre molto ragguardevole per i problemi di gotta, con azione ipouricemizzante.
Il fatto che l’artiglio del diavolo sia un rimedio terapeutico naturale non significa che non abbia degli effetti collaterali, anzi ne sono stati riscontrati svariati a carico di sistemi differenti. Non può essere somministrato, infatti, a pazienti che soffrono di ulcere gastriche e che seguono terapie per la cura di patologie cardiache; sono state riscontrate anomalie anche a livello del sistema nervoso centrale quali cefalee e vertigini; ha un effetto ipoglicemizzante, dunque non può essere assunto da tutti coloro che soffrono di diabete e che fanno già uso di medicinali o trattamenti ipoglicemizzanti; infine presenta anche un effetto ipotensivo se viene associato a farmaci anticoagulanti. E’ bene non assumere l’artiglio del diavolo in gravidanza, in quanto produce contrazioni uterine, che potrebbero avere effetti collaterali anche fatali sulla vita del feto, e in allattamento. Inoltre non è consigliato l’utilizzo ai minori di 18 anni. La sua assunzione è limitata nel tempo in un periodo che va dalle due al massimo alle tre settimane e la posologia e la modalità di assunzione vengono generalmente stabilite con il medico che lo somministra. Si può prendere sottoforma di capsule, contenenti il principio attivo, o sottoforma di infuso fino a tre volte al giorno.
Per migliorare l’efficacia della proprietà antidolorifica può essere associato ad altri rimedi naturali come: il frassino, la liquirizia o il ginepro ad esempio.
Ma cos’è che determina queste peculiarità nell’artiglio del diavolo?
Fondamentalmente i responsabili delle proprietà antinfiammatorie e antireumatiche di questo rimedio naturale sono delle molecole chiamate Iridoidi, che sono anche sostanze antiallergiche e ipotensive. Esse agiscono inibendo la sintesi della COX-2, un enzima responsabile della cascata infiammatoria, che porta spesso ad eventi febbrili, dunque inibisce anche la produzione degli eicosanoidi cattivi.
E’ importante non associarlo ad altri farmaci antinfiammatori di sintesi, poichè potrebbe amplificare eccessivamente una risposta, che dovrebbe essere controllata entro certi limiti.
Cosa ne pensate di questo trattamento? Ne avete mai fatto uso? E se sì, qual è stata la vostra esperienza?