La floriterapia di Bach e i suoi usi medici

La floriterapia di Bach prende questo nome da colui che per primo si è approcciato allo studio di particolari tipi di fiori, utilizzati per migliorare le prestazioni fisiologiche dell’organismo umano. Alla base di questa disciplina medica non convenzionale c’è dunque l’interesse verso trattamenti naturali, scaturiti dallo studio di determinate specie di fiori, che sono state individuate come portatrici di effetti benefici sulle persone.  Il dottor Bach, padre fondatore di questo sistema terapeutico, ha iniziato a condurre i suoi studi nel 1936, anno in cui impostò una sorta di classificazione dei fiori studiati e dei loro benefici. Egli osservò come l’assunzione di questi rimedi terapeutici naturali miglioravano la salute del soggetto, senza però comprendere a fondo quali dinamiche ci fossero alla base del beneficio apportato. Ciò rimane tutt’oggi ancora un elemento da chiarire, poichè nonostante molti studi condotti dagli inizi degli anni ’90 al 2000 abbiano confermato che effettivamente la floriterapia di Bach sortiva degli effetti sull’organismo, migliorando aspetti fisiologici e funzionali, ancora non si è definito come questo accada. Oltre che da un punto di vista medico, biologico e chimico anche la fisica quantistica sta cercando risposte adeguate al riguardo, senza ancora aver ottenuto nulla di concreto.

I fiori di Bach per un benessere psicofisico

Alla base della floriterapia di Bach è posto un concetto importante e molto innovativo per l’epoca e cioè la valutazione del malessere della persona non solo da un punto di vista prettamente fisico, ma anche psicologico e mentale. Bach ha iniziato a considerare i singoli casi clinici, non come semplici pazienti con un particolare disturbo fisico, bensì in maniera olistica e globale, superando la dicotomia mente-corpo e valutando uno strumento ancora più efficiente per il decorso clinico positivo, ovvero la considerazione del paziente come persona. Proprio per questo motivo si è riposta molta attenzione su questo sistema terapeutico proposto da Bach, in quanto si ritiene che affiancando alla medicina tradizionale, con le proprie caratteristiche e principi, la medicina non convenzionale come la floriterapia si possano amplificare e migliorare i risultati clinici.

La certezza che si ha sulla floriterapia di Bach è che induce effetti di benessere da un punto di vista mentale, che si ripercuote poi sul benessere fisico e ciò lo si può affermare grazie al fatto che sono stati sottoposti dei pazienti al “test della macchia”, un test che si effettua in ambito psicologico, ed è stato riscontrato che nei soggetti ai quali è stato somministrato il trattamento floriterapico si osserva un miglioramento delle facoltà cognitive. In sostanza la floriterapia agisce migliorando il senso di coscienza e consapevolezza della realtà, facendo comprendere al soggetto in modo più nitido un particolare problema che lo affligge. Quindi capiamo bene come migliorare la consapevolezza di un soggetto migliori anche l’effetto delle cure tradizionali, a cui esso dovrà sottoporsi e questo anche e soprattutto in ambito nutrizionale, quando si hanno casi di soggetti che non affrontano consapevolmente l’alterata realtà in cui si trovano. Da uno studio condotto, infatti, si evidenzia come i soggetti sottoposti a trattamento floriterapico rispondano in modo migliore alle cure e ai trattamenti dietetici prescritti.

Uno zoom su questi fiori dalle perticolari virtù

I fiori di Bach sono in tutto 38 e possono essere utilizzati singolarmente oppure associati ad altri, per potenziarne l’azione; essi sono suddivisi in 36+1+1, di cui 36 sono i rimedi naturali ricavati da fiori, l’uno deriva dalla gemma di castagno (Cestanat bad) e l’altro è l’acqua di roccia (Rock water). La nomenclatura della floriterapia è tutta in inglese, i rimedi non sono tossici e non presentano effetti collaterali, ma solo benefici mentali e fisici ed inoltre la loro somministrazione non segue delle quantità definite, bensì si parla di sostanze molto diluite che portano un’informazione che non ha necessità di essere quantificata, per riequilibrare un alterato stato psicologico e fisico. Ogni fiore è in correlazione con l’altro e questo aiuta a potenziare gli effetti terapeutici. E’ molto importante per il medico un approccio diretto e approfondito con il paziente, in modo da valutare tutti i sintomi dettagliatamente e comprendere quali fiori prescrivere. I fiori si possono assumere o sottoforma di soluzione disciolta in acqua oppure sottoforma di crema da utilizzare per i fastidi localizzati. Il numero di rimedi che può essere inserito all’interno di una stessa soluzione può variare da 1 al massimo fino a 6, poichè maggiore è il numero di fiori aggiunti minore sarà l’incisività di azione di ognuno di essi, per questo motivo è bene vagliare la situazione clinica e scegliere i fiori più adeguati da prescrivere.

Ad ogni categoria di fiore, una condizione clinica!

Il dottor Bach ha suddiviso i suoi 38 fiori in 7 rimedi: per coloro che hanno paura, per coloro che soffrono di indecisione, per coloro che hanno insufficiente interesse per il presente, per coloro che soffrono di solitudine, per coloro che si lasciano influenzare, per coloro che si scoraggiano o si disperano e infine per coloro che si preoccupano eccessivamente per il benessere degli altri.

Ogni fiore contribuisce al benessere del soggetto e tra i maggiori fiori utilizzati ci sono: Cherry plum (disequilibrio e situazioni di pericolo), Rock rose (caos e disequilibrio), Walnut (influenzabilità), Mimulus (paura), Honey suckle (regressione), Rock water (rigidità), Crab apple (inquinamento), Olive (stanchezza), Star of Bethlem (situazioni traumatiche). L’ausilio di questo sistema terapeutico alle metodiche tradizionali di medicina migliorano l’effetto del farmaco classico e garantiscono anche una prolungata e più duratura condizione di benessere sia psicologico sia fisico.

Avete mai fatto ricorso a trattamenti floriterapici? Se sì, che effetti avete riscontrato?

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