Tutte le piante officinali vengono utilizzate da una branca della medicina detta non convenzionale, in quanto rappresentano rimedi del tutto naturali e molto spesso privi di effetti collaterali, che li contraddistinguono dai farmaci di sintesi, usati nella medicina convenzionale e studiati ad hoc per la specifica patologia; i rimedi officinali possono risultare più blandi nell’effetto, ma hanno il valore aggiunto della ridotta tossicità.
Tutto ciò che assumiamo, dai cibi ai farmaci, viene metabolizzato dal nostro organismo per poter essere decomposto negli elementi essenziali di cui è costituito e poterne sfruttare così le proprietà. I due grandi sistemi che sono coinvolti direttamente nella trasformazione e successivamente nello smistamento/ eliminazione delle sostanze sono: l’apparato gastrointestinale, di cui fa parte il fegato che svolge una delle azioni più importanti nella trasformazione delle sostanze introdotte, essendo la centrale metabolica del nostro organismo e il sistema escretore, di cui fanno parte i reni, i quali filtrano il contenuto del sangue favorendo una corretta omeostasi di sostanze in circolo e purificando l’organismo da quelle tossiche, che vengono convogliate verso l’esterno.
L’abbinamento di farmaci non convenzionali, derivanti dal mondo naturale e comunque sempre testati in laboratorio per vagliare i contributi benefici e le controindicazioni, con i farmaci convenzionali di sintesi chimica contribuisce ad un benessere olistico e generalizzato di mente e corpo, oltre che ridurre il sovraccarico di lavoro che fegato e reni dovrebbero affrontare, con non pochi effetti collaterali.
La grindelia: una pianta terapeutica soprattutto per i mesi invernali
Il rimedio di cui parleremo oggi ci viene incontro come trattamento terapeutico utile per i mesi invernali, mesi in cui siamo più soggetti a tosse e raffreddamento, sintomi che possiamo facilmente alleviare grazie all’utilizzo della grindelia.
La grindelia è una pianta officinale che racchiude numerosissime specie, delle quali le più utilizzate in ambito terapeutico sono la robusta e la squarrosa. Appartiene alla famiglia delle compositae ed è caratterizzata dalla presenza di fiori gialli. E’ esattamente nel fiore ancora schiuso che si trova la droga, ovvero il principio attivo di cui possiamo servirci per la produzione di rimedi ad uso terapeutico. I principi attivi estratti dal fiore di grindelia sono insolubili in acqua, quindi è bene utilizzarli come sciroppo, ad esempio, preferendolo alle tisane. L’assunzione del rimedio naturale può avvenire infatti sia per via orale come infusi o sciroppi sia per via topica, da applicare sulla parte interessata sotto forma di unguento.
Ma a cosa serve la grindelia e quali sono i suoi effetti benefici sull’organismo?
La grindelia è una pianta officinale che offre benefici per quanto riguarda sintomi da raffreddamento, tosse, bronchiti, infiammazione del tratto orofaringeo e in generale per le malattie respiratorie. Il contributo positivo apportato da questa pianta è da rintracciare nelle sostanze che la compongono: fenoli, resine e olio essenziale, ma in più larga misura flavonoidi; queste ultime sono forti molecole antiossidanti che agiscono inibendo i processi flogistici, in questo caso ai danni dell’apparato respiratorio. La grindelia viene utilizzata anche come antibatterico naturale, ha proprietà antispasmodiche ed espettoranti, per tale motivo il suo principio attivo è utilizzato in larga misura come base di farmaci contro la tosse.
Non sembra che siano stati osservati effetti collaterali rilevanti, derivanti dall’uso controllato della grindelia, anche se la letteratura riporta sporadici casi di soggetti che hanno riscontrato irritazioni alle mucose del tratto gastrointestinale, solo se effettuato il trattamento terapeutico per lunghi periodi e in dosi massive.
Origini ed antichi utilizzi
Quest’importante rimedio naturale ci è pervenuto da terre d’oltreoceano in tempi lontani. La pianta della grindelia è infatti originaria della California e il suo utilizzo affonda le radici nella cultura delle popolazioni native americane. Sono stati proprio gli indiani d’America a sfruttare per primi i benefici di questa pianta officinale e di tramandare il suo utilizzo ai popoli colonizzatori, per le cure di malattie respiratorie e anche per arrossamenti e scottature, vista la forte componente antinfiammatoria contenuta nel principio attivo.
E’ interessante notare come dalla semplice esperienza prodotta in modo diretto, senza alcuna nozione di cultura medica moderna, molti dei rimedi officinali rintracciati dalle antiche popolazioni risultino efficaci per le cure di svariate patologie e soprattutto vengano rivalutati, dopo approfonditi studi scientifici moderni, che ne garantiscono l’effetto terapeutico e la qualità.
Avete mai fatto uso di grindelia per la cura della tosse? Se sì, quali sono stati i riscontri?